Poesie al focolare

Poesie al focolare
"...sto con le quattro capriole di fumo del focolare" (Ungaretti)

giovedì 26 giugno 2014

Io non ho scelto

Non è dato scegliere
il colore della pelle,
i genitori e fratelli
per dare e avere amore;
una patria e un popolo
in cui vivere
e sentirsi uguali.


Non è dato scegliere,
e neanche sapere,
che vita faremo
e che opportunità avremo;
se saremo ricchi
oppure poveri, 
se studieremo per il futuro
o se scapperemo per vivere.

Io non ho scelto,
ma avrei voluto,
ed ho subito,
ma non accettato,
il volere del destino,
di Dio o Allah,
ma, potendo,
mai avrei scelto,
o preteso,
di diventare padrone
dell'altrui vita.
(Idelbo)

sabato 14 giugno 2014

mercoledì 11 giugno 2014

La busta paga

Molto spesso, quando scrivo di lavoro, mi torna in mente quanto fosse diverso quando ero giovane, in termini di rapporti, sicurezza, tecnologia e aspettative; ma una cosa non è cambiata con la situazione attuale: il problema dei giovani. Prima, la loro turbolenza e le loro richieste andavano verso la direzione del miglioramento di vita, oggi il problema è assai più grave: quale futuro?
Le trasformazioni avvenute nell'ambito del lavoro, soprattutto quelle tecnologiche e dei rapporti relazionali, che avrebbero dovuto migliorarne la qualità, in termini di fatica e di vita all'interno delle aziende, si sono sempre più indirizzate ad accrescere disoccupazione, incertezza, senso di precarietà, colpendo, in modo particolare le donne e i giovani. Negli anni '70 del secolo scorso, quando chi scrive ha iniziato a lavorare in fabbrica, il lavoro era indubbiamente più faticoso, con ambienti produttivi molto più pericolosi, dove, all'interno, i rapporti erano gerarchizzati, spesso, per non dire sempre, erano conflittuali. Però c'era il lavoro, che permetteva di progettare un avvenire; c'era un sindacato, con il quale si combatteva per condizioni migliori; c'era, soprattutto, un forte senso di solidarietà fra i lavoratori e la consapevolezza di essere parte di qualcosa. Oggi, l'eccessiva flessibilità richiesta e concessa alle imprese, ha non solo ridotto il ruolo dei sindacati, ma ha ottenuto un successo molto più importante, ha portato i lavoratori precari ad essere parte di niente.
Quando leggevo il libro di Simone Weil, La condizione operaia, che riporta le esperienze lavorative dell'autrice in fabbriche degli anni '30, mi meravigliavo di quanto fossero poco cambiate certe condizioni nelle fabbriche degli anni '70: in termini di sicurezza, in termini di rapporti e con quanta fatica erano state ottenute certe conquiste. Soprattutto quante lotte per arrivare a conquistare ciò che ritenevamo, specie noi giovani, un lavoro sempre più vicino alla persona. Difficilmente mi fermo a ricordare il passato, ma come ricorda Bourdieu, è attraverso il passato e l'analisi del presente che si può ipotizzare il futuro.

martedì 10 giugno 2014

A Margherita

Non serve
l'oracolo del fiore
con il tuo nome;
lascia 
che orni i prati
in tuo onore;
non fare scempio
dei suoi petali,
non serve,
e lo sai,
benché orso,
non nego,
io sia.
(Idelbo)

domenica 8 giugno 2014

Il dolore

Se il dolore scivola
come acqua
sulle mani,
e il tempo,
come vento,
le asciuga,
perché il suo ricordo
strazia ancora?
(Idelbo)

venerdì 6 giugno 2014

Sangue e vergogna

Un colpo,
la testa scuote,
e ancora pugni,
violenti e laceranti,
che l'abitudine
non lenisce,
sul corpo non più mio.
Tranquillo babbo,
e pure tu, mamma,
per la famiglia
i figli
e l'onore
laveremo insieme
la vergogna.
Riuscirò col tempo
a nascondermi,
a raccontar bugie,
a truccare le violenze,
a ridere sul dolore,
e col cuore lacerato,
perché nessun sappia,
sarò massaia
e pulirò il mio sangue.
Scusa babbo
se sogno di morire
con la speranza
di essere amata,
come figlia
e come madre;
scusa mamma se,
come moglie,
non m'importa.
(Idelbo)

mercoledì 4 giugno 2014

Fra la gente

Il silenzio
custodisco con gelosia,
ma un bagno 
di gente diversa
e lingue lontane,
amici chiassosi
e lunghe serate
mi servono,
le cerco;
mi aiutano 
a rigenerare la voglia
di ascoltare me stesso
(Idelbo)

Pubblicata su: Il Federiciano 2014  (Libro amaranto-Autori vari - Aletti editore)

lunedì 2 giugno 2014

Insieme

Da ragazzi,
insieme,
sempre,
fino al "si",
lottando la vita;
poi 
il sogno
e l'opera 
del figlio;
da cent'anni,
allo specchio,
non io, 
ma noi,
è ciò che è,
da sempre.
(Idelbo)
(Pubblicata su "Verrà il mattino e avrà un tuo verso", Vol.XII, Aletti editore)

Poesia

Appari, scompari
ti sogno,
mi appassioni;
sparisci, torni
ti cerco
mi emozioni;
ti intrecci,
mi intrighi
e con fatica
scorri bene, 
pari olio,
ma il pudore
è come acqua
e tu
rimani dentro,
bella, 
e poeta non sarò
(Idelbo)